Un aeroporto funzionale e funzionante valorizzerebbe l’Alto Adige, collocandolo tra le mete di vacanza internazionali.
Il turismo attrae flussi di denaro dall’estero ed è pertanto una straordinaria fonte di benessere per la nostra provincia. Da alcuni anni, però, si registra una riduzione della durata media dei soggiorni e per mantenere costante il numero dei pernottamenti è necessario incrementare l’afflusso di ospiti, rivolgendosi anche ai clienti più lontani. Ciò consente anche di elevare il livello qualitativo del turismo, focalizzandosi su una clientela con elevato potere d’acquisto.
Affinché gli ospiti provenienti da lontano giungano in Alto Adige, non si può prescindere da collegamenti aerei appetibili. L’aeroporto, inoltre, è importante per il turismo in quanto fa sì che l’Alto Adige figuri tra le destinazioni internazionali. L’accessibilità locale è altrettanto importante: l’ospite che soggiorna in Alto Adige vuole essere libero di muoversi senza stress o ritardi. Non di rado, però, durante il viaggio si ritrova intrappolato negli ingorghi, ad esempio lungo la Val Pusteria. Le circonvallazioni contribuiscono a contenere il problema, ma si dovrebbe proporre agli ospiti anche la possibilità di arrivare in treno.
Anche il collegamento internet è fondamentale per il turismo: l’ospite, nella maggior parte dei casi, è abituato a un’elevata velocità di trasmissione dei dati e non è disposto a rinunciarvi in vacanza, ad esempio quando vuole controllare la posta elettronica, sfogliare il proprio quotidiano sul PC o scaricare informazioni e dati GPS sul proprio smartphone.
LE INFRASTRUTTURE DELL’ACCESSIBILITÀ
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Un confronto obiettivo tra le infrastrutture altoatesine e nazionali ci viene proposto dagli indicatori dell’Istituto Tagliacarne. La dotazione infrastrutturale della nostra provincia è inferiore di quasi il 20% alla media nazionale per quanto riguarda la rete stradale e ferroviaria. Addirittura eclatante è il divario per quanto riguarda la dotazione di infrastrutture aeroportuali, che in Alto Adige è inferiore dell’80% rispetto alla media italiana.
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